Ritemprato e rifocillato,
sono andato da Maria Brothers una libreria definita così dalla Alle sei e mezza di mattina siamo partiti per Recong Peo, la
capitale del Kinnaur: il bus sembra un giocattolo di latta, le file da cinque posti sono
strettissime e non cè molto spazio per le gambe. A causa della posizione, per la
strada, per la mancanza dadeguante sospensioni e per gli scossoni accentuati ad ogni
buca, è impossibile schiacciare un pisolino. Il bigliettaio ha una duplice funzione e
oltre a fare i biglietti è munito di fischietto: un fischio ed il bus si ferma, due
fischi Recong Peo Dopo dieci ore di viaggio siamo arrivati a Recong Peo (2.290 metri), mi sono sistemato al Fairyland Hotel e anche qui
manca lacqua. Ho incontrato due italiani, Luca ed Anna che mi hanno avvisato che la
strada per Kaza è interrotta a Yangthang (3.650 metri) a causa di una frana, ma con un
trekking, è possibile aggirare lostacolo. Mentre pensavo a questo
inconveniente, mi sono addormentato. Ho dormito otto ore, ma avrei continuato a lungo.
Recong Peo è talmente piccola che sembra un villaggio in miniatura, è minuscola e
dallalto assomiglia ad un villaggio alpino, solo le case ed i volti ti fanno
ricordare che ti trovi sulle pendici Himalayane. Sulla destra, oltre al fiume, si erge
maestoso il Kinnaur Kailash (6.050 metri), in questa stagione monsonica non riesci ad
ammirarlo nella sua totale bellezza perché è sempre ammantato dalle nubi. Ho preso il
bus per Kalpa, sembrava che si dovesse partire, poi lautista è sceso ed è
scomparso, Sullautobus ci sono facce diversissime tra loro: da quelle di donne con tratti somatici da India del Sud, a volti Cinesi, Tibetani, Indoeuropei, cè anche un gruppo di studenti che indossa divise immacolate con camicia e cravatta. Mi chiedo quanti di questi bambini si vestiranno così nella futura vita lavorativa, magari emigrando verso le megalopoli indiane, e quanti rimarranno qui, a lavorare nei campi. Kalpa è un paese arroccato a 2.960 metri daltezza, nella mitologia indiana era la casa invernale di Shiva. Nel mese di Magha (Gennaio Febbraio), gli Dei del Kinnaur si riunivano qui in assemblea. Le case sono di legno e sassi, sono circondato dalle pinete e nellaria è forte lodore della resina, la gente è gentile ed ospitale e vive le giornate senza fretta, con un ritmo di vita ancora più lento rispetto a Shimla. Finalmente sto iniziando a trovare quella pace interiore, quella tranquillità, quella voglia di vivere lentamente le fasi della giornata che andavo cercando, senza essere assillato dai ritmi dellorologio: qui è solo il sole che scandisce il ritmo della giornata. Mi trovo fuori del mondo, sembra che il tempo sia immobile ed è una gioia per lo spirito, immedesimarsi in questa dimensione ritrovata, soprattutto con una vista che spazia sul Kinnaur Kailash, sul Gompa e sulle sue bandiere di preghiera che portano i mantra al cielo. Mentre pensavo al lento scorrere del tempo, ho sentito dei suoni di trombe e tamburi provenire dal Gompa: erano le prove generali per una festa che si terrà domani, al vicino villaggio di Kasmir. Ho bevuto un chai con gli abitanti di Kalpa, poi ho deciso che lindomani non proseguirò per Nako, ma andrò alla festa. Nel pomeriggio sono
tornato a piedi verso Rekong Peo, erano quattordici chilometri di strada, non cerano
né macchine né bus ed era bello camminare per questi boschi. Dopo una decina di
chilometri sono arrivato Di buon mattino ho preso il bus per Kasmir dove si
svolgerà la mela (festa), con me
cè Ben, uno Svizzero di Schaffhausen, uno spilungone alto un metro e novanta che
sta viaggiando in bicicletta da oltre cinque mesi nelle regioni Himalayane: partito da
Srinagar, è sulla via del ritorno per Delhi. Trovare il paese di Kasmir è stata
unimpresa, infatti, quando il bus si è fermato, ho visto solo alberi e qualche
venditore di frutta. Scendendo per il letto di un fiume in secca, siamo arrivati alla
piazza del villaggio: attorno cera una gran casa, il tempio e qualche venditore, che
faceva magri affari. La festa avrà inizio a mezzogiorno, ieri ci avevano assicurato che
sarebbe iniziata molto prima, così Ben ed io ci siamo seduti sotto un albero a mangiare
prugne selvatiche ed a Alcuni uomini
iniziavano a riempire le brocche con un liquore che aveva un odore simile alla vodka,
veniva distribuito a tutti e versato nelle mani unite a mo di coppa. Gli uomini
indossavano labito di tutti i giorni che è anche il vestito tradizionale: una
giacca di feltro colore panna ed un cappello dello stesso tessuto, con la visiera
rivoltata allinsù di colore verde. Le donne invece portavano scialli ricamati con
motivi geometrici che ricordano quelli Tibetani, hanno i capelli raccolti in una lunga
treccia nascosta dal cappello, identico a quello degli uomini. I suonatori hanno iniziato
ad eseguire una nenia monotona e uguale che è andata avanti per una buona mezzora,
poi hanno smesso di suonare ed a Kasmir è sceso il silenzio. Nellaria si sentivano
solo gli schiamazzi dei bambini che si rincorrevano con le pistole di plastica appena
acquistate. Nel premere il grilletto, il tappo in sughero usciva e tentavano di colpire la
testa degli amici. Durante la pausa tutti hanno ricominciato a bere direttamente dalle
bottiglie, uno dei suonatori mi ha offerto una sorsata di questa torbida
bevanda e dopo un assaggio, credendo che mi piacesse, me ne ha regalata una
bottiglia, lho donata ad un indigeno, ricevendo in cambio un cetriolo. Poi sono
iniziate le danze: dapprima poche donne ballavano in cerchio, poi la gente è aumentata,
venti, trenta, quaranta persone, fino a quando tutti coloro che assistevano, Verso limbrunire Ben ed io abbiamo abbandonato la festa, dovevamo percorrere i diciassette chilometri che ci separavamo da Recong Peo, dopo unora di cammino, un camion ci ha dato un passaggio. Abbiamo cenato al Chinese restaurant con spaghetti cinesi fritti, i noodles che in tibetano si chiamano chomin. Nel piatto cera di tutto: carne, vegetali, ed altri ingredienti che non ho riconosciuto, mangiavamo quasi al buio e si vedeva poco o nulla. Loste ci ha offerto una tazza di tè al burro. Tornato al Fairyland Hotel ho conosciuto una coppia di Inglesi che stava aspettando di avere lInner Line Permit, il permesso necessario per la Spiti Valley: i due saranno costretti a stare a Rekong Peo per quattro giorni. Domani è Venerdì ed inizia il lungo week-end di chiusura degli uffici pubblici. Per fortuna che al mio permit ci avevo pensato a Shimla! Mi sono svegliato allalba ed ho raggiunto la stazione dei bus con il taxi jeep dellalbergo, non avevo voglia di fare a piedi più di tre chilometri di salita per arrivare alla “upper bus station”.
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