Dopo un rapido controllo del passaporto ed un altrettanto celere ritiro del
bagaglio, sono stato sopraffatto da unumidità avvolgente. Ho raggiunto la
Interstate bus station da dove prenderò una coincidenza per Chandgarth, alla
biglietteria mi hanno dato come resto, cinque coloratissime banconote simili ai soldi del
Monopoli. Lautobus è moderno e di categoria deluxe, quello che lo
distingue da un bus normale, un ordinary, sono i sedili in velluto, cè
anche la TV, il volume è talmente alto, che non ti permette di dormire. Il viaggio verso
Chandgarth è stato monotono: il film era in Hindi
e dal finestrino scorrevano immagini di campi coltivati (la regione del Punjab è il
granaio dellIndia), a rompere questa A Chandgarth ho avuto solo il tempo di bere un chai, poi ho cambiato autobus e ho preso una coincidenza per Shimla, la vecchia capitale estiva dellImpero Britannico. Ben presto sono iniziate le colline (le hill come le chiamerebbero gli Inglesi), il caldo, da soffocante si è trasformato in un clima ottimale. Le colline sono di un verde che più verde non si può, la vegetazione è tropicale ed a poco a poco siniziano a vedere gli abeti che ricordano le Alpi. Iniziano anche a comparire le nuvole, sono basse e avvolgono tutto. Per strada ce un flusso continuo dautobus, di camion e di famiglie in vacanza che si spostano su moto Vespa o in macchina (è Domenica e la gita fuori porta è sacra). Nellindifferenza totale, sia delle mucche sia degli uomini, tutti fanno un uso improprio dei clacson. Shimla In dieci ore sono arrivato a Shimla (2.206 metri). La cittadina
assomiglia ad un villaggio svizzero con chalet
dal colore pastello, non riescsi a capire quanto sia grande, perché anche qui, sei
avvolto nelle nuvole basse che danno più unidea di Pianura Padana che dIndia,
ogni tanto le nuvole si alzano ma la visibilità è minima. Le stradine hanno forti
pendenze, solo il Mall, una via che forma un anello nel centro di Shimla è in
pianura, un luogo dove ci sincontra per lo struscio pomeridiano. Ho cercato una
camera per la notte, ho scelto lostello della YWCA, definito dalla L.P. come:
Its a convenient, friendly, old place, with great wiews. Il posto per
essere convenient lo era, se fosse friendly non era dato a sapersi
perché Alle sei del
mattino mi sono svegliato per fotografare Shimla, ormai è tardi, il sole è alto e dalle
valli sottostanti le nuvole si sostituiscono al cielo azzurro, il paesaggio è sempre un
vedi e non vedi. Dai rubinetti non scende acqua, così ho chiesto un secchio
dacqua calda per radermi, facendo una buffa esperienza: per attingerla dovevo
utilizzare una tazza, il lavandino del bagno era piccolo e inutilizzabile, lo specchio si
trovava vicino al letto ed ero obbligato a fare la spola fra una stanza e laltra.
Dopo lacquisto del The Times of India, un giornale che riportava notizie
di cronaca nera tipo: Husband kills wife for refusing to prepare tea ho
cercato di fare colazione al Goofa, ristorante che la L.P. definiva così:
Serves Dopo colazione ho organizzato il viaggio verso Recong Peo (la capitale del Kinnaur), ho
acquistato il biglietto del bus per il giorno successivo e sono andato al District
Magistrate a farmi rilasciare lInner Line Permit, il permesso
necessario per attraversare la zona indiana che costeggia la frontiera tibetana, fra le
regioni del Kinnaur e dello Spiti. Sono poi andato alla Railway Station e sono
salito sul toy train, sul treno giocattolo che percorre la
ferrovia a scartamento ridotto costruita dagli Inglesi nel 1903, andrò alle Summer
Hills. Ho percorso solo una piccola parte della linea ferroviaria, per percorrerla
interamente (i chilometri da Shimla a Kalka sono 95), occorrono cinque ore e si
attraversano 845 ponti e 102 tunnel. Le carrozze, come i sedili, sono piccolissime, i miei
vicini di panca sono famiglie indiane in vacanza, i cui figli si contendono
fra urla e pianti un Topolino in Hindi, i padri invece, cercano di
immortalarli con videocamere e macchine fotografiche. Ho ribattezzato le Summer
Hills, Summer Fogs, perché anche qui le nuvole basse la fanno da
padrone Dopo una sosta all’ufficio postale, sono entrato in una “sala giochi” per ripararmi: ci sono videogiochi che propongono corse d’auto, sono edizioni datate di quelli che si trovavano in Europa dieci o quindici anni fa. La maggior parte dei bambini sale sui sedili e cerca di sradicare i volanti, oppure utilizza le moto come cavalli a dondolo. Il proprietario vende quasi solamente coni gelato e bibite alla spina ed è contento così, anche i ragazzi dai venti anni in su, rimangono affascinati da questi giochi: li osservano, fanno il giro del locale e se ne vanno soddisfatti. Questo continuo piovere, queste nuvole basse che vanno e vengono, mi ricordano l’attesa sfibrante che devono sopportare gli alpinisti per avere le condizioni atmosferiche ideali per domare le vette degli 8.000. Mentre scrivo, sto facendo uno spuntino in un ristorantino che serve cibi dalle forme geometriche: quando ti portano i samosa (triangoli di pasta frolla ripieni di verdure) o altri stuzzichini a forma di palla o di sfera (frittelle grosse quanto un pallone da calcio, piene daria e quindi leggerissime) ti portano anche due cucchiai, non ne basta uno? E dallalba al tramonto che il cuoco geometra continua a sfornare e a cuocere le sue creazioni: dalla cucina gli portano una grossa e pesante palla dimpasto da cui a poco a poco, ne stacca dei pezzetti e con le mani dà la forma geometrica desiderata, poi le cuoce affogandole nellolio bollente. Questi cuochi, quando danno forma alle loro geometrie, fanno schioccare limpasto fra i palmi delle mani con consumata maestria.
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