Le
nostre conoscenze su questo popolo derivano da
tre fonti:
dallinterpretazione di bassorilievi come questi, Dopo essermi prosciugato fra
La Terrazza del Re Lebbroso e quella degli Elefanti, il Phimeanakas e il
Baphuon, sono tornato a Sieam Reap e ho pranzato in un ristorantino. Sono ripartito per le
rovine Khmer, Yuth mi aveva portato in regalo vecchie banconote cambogiane e oggi
pomeriggio indossava la maglietta del Parma, mi ha parlato dei suoi trascorsi calcistici,
quando frequentava luniversità E un po' la rivincita della natura sul mondo degli uomini, una natura distruttrice e costruttrice: distruttrice perché le radici simpossessano dei templi fino a distorcerne le forme e a farli crollare, costruttrice perché cementifica muri instabili che altrimenti crollerebbero. Ci sono ovunque massi franati, costruzioni in perenne bilico, in balia del volere della natura. Uniscrizione ci dice che fra queste mura vivevano 12.640 persone, fra cui 18 sacerdoti, 2740 preti, 2232 assistenti e 615 danzatrici e fra i tesori del tempio cerano piatti dorati per un peso di oltre 500 chili, 35 diamanti, 40.620 perle, 4.540 pietre preziose, 876 pezzi di stoffa provenienti dalla Cina, 512 coperte di seta e 523 parasoli: sicuramente questi numeri sono esagerati, ma indicano limportanza del luogo. Sono poi andato al Ta Keo che assomiglia ad una piramide a gradoni e ho concluso la giornata sulla collina che ospita il Phnom Bakheng, da dove si vede Angkor Wat in lontananza. Dopo una doccia sono andato verso il centro di Siem
Reap, avevo fame ma non trovavo nulla di mio gradimento, Alle nove di sera il posto si è svuotato e sono andato al “Martini Pub”, un locale “doppio” perché all’esterno fanno musica Khmer dal vivo, l’interno invece è una discoteca. Fra i tavoli passano continuamente le cameriere con grossi cestelli per il ghiaccio, il loro compito è di riempire i bicchieri degli avventori: i frigoriferi sono pochi ed è l’unico modo per tenere fresche le bevande. All’interno, la discoteca alterna musica “Techno” a quelle tradizionale Khmer. Alcune ragazze hanno un numero appuntato sul petto, si possono “affittare” per ballare o perché si siedano a parlare. Per questi “servizi” sono pagate “a tempo”. Sono rimasto all’aperto, ma non sono riuscito a terminare la birra annacquata dal troppo ghiaccio e alle dieci ero già a letto. La mattina successiva, Yuth era in strada ad aspettarmi, siamo partiti per Banteay
Kdei. Lentrata di questo tempio buddista era ben tenuta, ma allinterno
sembrava che muri ed arcate stessero in equilibrio per miracolo. Ho con me il libro di
Dawn Rooney, ma non disdegno davere come guida i bambini che si offrono come
ciceroni: dare loro qualche centinaio di Riel è
un obbligo, La meta del pomeriggio sarà Banteay Srei, La cittadella delle donne,
definita come gemma preziosa e gioiello darte Khmer, un capolavoro
deleganza, dove le figure scolpite nella pietra non sembrano opera degli uomini ma
degli Dei. Questo complesso costruito nel 967 Dopo Cristo, 50 anni prima dAngkor
Wat, è quello meglio preservato, assomiglia ad un tempio in miniatura, in confronto alle
gigantesche proporzioni di ciò che ho visitato fino ad ora. Il tempio dista 25 chilometri
da Siem Reap, Yuth mi metteva una fretta pazzesca, Abbiamo corso come pazzi, arrivando a destinazione in meno di quarantacinque minuti, la strada non era asfaltata ma in terra rossa e abbiamo mangiato un sacco di polvere. Ci sono turisti cambogiani e monaci, venuti con camion o carri trainati da trattori. Molte sculture sono copie, alcune sono senza testa o sono state trafugate, gli originali si trovano al museo di Phnom Penh. La gente incolpa i Khmer Rossi, ma le razzie erano già iniziate dai francesi, gli scopritori di questi luoghi. Sulla via del ritorno ci siamo fermati in altri due templi: prima allEst Melbon, unaltra rappresentazione del Monte Meru che si trovava su unisola in mezzo al baray orientale (il lago ormai prosciugato, la cui acqua serviva per irrigare i campi), e poi al Preah Rup. Dopo le visite al Bayon e a Banteay Srei tutto il resto è meno emozionante. Ho terminato la giornata seduto su un masso dAngkor Wat per vedere il tramonto. Il sole ha iniziato a colorare il cielo di un rosso carico, ma poi è miseramente annegato sotto una folta coltre di foschia.
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