Ho preso un bus verso le grotte di Perak Tong,
![]() Nel tardo pomeriggio sono partito per
le Cameron Highlands, per questa stazione di villeggiatura ubicata a 1.524 metri
daltitudine, voluta da un funzionario di governo, Lord William Cameron che la
scoprì nel 1885. In questi altopiani, gli inglesi crearono piantagioni di
tè, di frutta ed ortaggi e i proprietari delle piantagioni e gli alti funzionari si
fecero costruire case per trascorrervi i fine settimana. Ci sono numerosi sentieri che si
addentrano nella giungla e bisogna prestare una certa attenzione perché è facile
perdersi. Qui nel 1967 si persero le tracce del magnate americano della seta Jim Thomson
che costruì le proprie fortune in Thailandia. Ancora oggi si favoleggia sulla sua
scomparsa, su di lui sono stati scritti alcuni libri e ci sono diverse teorie sulla sua
presunta morte: ucciso da commercianti rivali, mangiato da una tigre od eliminato perché
era una spia comunista. Lultima tesi dice che Cameron Highlands Le Cameron Highlands si trovano nello Stato del Pahang, ma sono raggiungibili solo dal Perak, in sequenza, sincontrano Ringlet, Tanah Rata e Brinchang, i tre villaggi delle Highlands. Dalla pianura si passa alle colline immerse nella vegetazione tropicale, con foreste di conifere, palme della giungla, grosse felci e canneti di bambù. Quando siamo arrivati, laria era frizzante e bisognava indossare il golf. Dopo numerose ricerche ho trovato un letto al dormitorio del Daniels Lodge, in 9 Lorong Perdah, dallesterno il posto assomigliava ad un cottage inglese, la stanza invece, con i letti in fila uno a fianco dellaltro e con i vestiti degli ospiti un po ovunque assomigliava (per la confusione), a quella di Pippi Calze Lunghe. Alle pareti, allegri cartelli indicavano No food!!! No Rats!!!. Alla mattina
laria era frizzante e primaverile, ho prenotato un tour guidato, che in minibus mi
porterà nei luoghi principali dellaltopiano. Continuo a guardarmi attorno e a
stupirmi per il paesaggio: per le colline verdi e il cielo blu, ma la sorpresa maggiore
lho avuta al risveglio, per essermi ritrovato in questo posto montano, così diverso
da autentiche città fornace come Ipoh o Georgetown. La prima sosta è stata
al tempio buddista di San Pho che si erge su una collinetta ed è in stile cinese, è
bello e colorato, ma dopo la visita al tempio di Kek Lok Si e quelli di Taiwan
(visitati appena pochi mesi fa) sono stufo e non ne posso più. Abbiamo visitato un vivaio
di rose e daltre piante floreali, ho camminato per i terrazzamenti fino ad arrivare
ad un punto panoramico con vista sulle coltivazioni dortaggi attorno a Brinchang.
Siamo poi andati a visitare una piantagione di fragole, una di tè (dove gli occhi si
perdevano allinfinito tra i bassi cespugli), unapicoltura, un allevamento di
farfalle (le più belle erano di colore blu scuro ed avevano Tornato a Tanah Rata ho pranzato in un
ristorante indiano, ordinando uninsalata piccante dananas e cipolle e del
pollo speziato. Nel pomeriggio mi sono incamminato per il sentiero numero otto
e ho raggiunto le cascate Robinson, il sentiero era stretto e pianeggiante solo per brevi
tratti, dal terreno affioravano grandi radici modellate a mo di scalini, molto utili per
tenersi in equilibrio. Attorno cera una fitta giungla e la luce del sole perforava a
malapena la foresta. Mentre camminavo, cercavo di guardare dove mettevo i piedi, perché
oggi avevo visitato un rettilario con serpenti, scarafaggi rinoceronte e
scorpioni. Ho fatto merenda in un bar gestito da una famiglia mussulmana con tè e banane
fritte, poi alla Guest House mi sono seduto in veranda a leggere i quotidiani malesi. La
sezione esteri era dedicata allIndonesia ed in particolare al mondo
mussulmano, i quotidiani Thai invece, prediligevano i fatti del Sud Est Asiatico. Ho
cenato con pollo tandori (chiamato così per via della pentola di terracotta
nella quale è cucinato) ed ho pasteggiato con limonata caldissima, come al solito, in
Malaysia, accompagno le pietanze con le bevande più assurde. Prima di andare a letto, ho
inviato messaggi La mattina sono tornato ad Ipoh, il bus era al completo, così sono dovuto andare prima a Tapah e poi a Kamunting. La strada attraversava le piantagioni di tè, il paesaggio era interessante. Ad Ipoh ho prenotato il ritorno in Thailandia, la corriera partirà alluna e trenta di stanotte, poi mi sono diretto a Kuala Kangsar che dista cinquanta chilometri (unora e trenta dautobus). Kuala Kangsar La cittadina è bagnata dal fiume Perak ed è contornata dal verde e da basse colline, ci sono case in stile inglese e giardini fioriti con aiuole ben curate, nellaria ci sono odori floreali trasportati dal vento che cambiano continuamente: su tutto predomina un sentore di miele. Lattrazione principale è la Moschea Ubudiah, fatta costruire dal ventottesimo Sultano del Perak, sua altezza Idris MurshidulAdzam Shah (1887 1916). Una targa afferma che durante la cerimonia della circoncisione di Raja Khalid (figlio del Sultano Abdul Jahl), due elefanti imbizzarriti del corteo reale combatterono proprio qui, sul luogo dove si stava costruendo la moschea e sia il marmo italiano sia gli altri materiali da costruzione andarono in pezzi o rimasero danneggiati. A causa dello scoppio della prima guerra mondiale, le navi provenienti dallItalia che trasportavano i materiali dovettero allungare il percorso e passare per il Capo di Buona Speranza, così la moschea, iniziata a costruire nel 1913, fu terminata solo nel 1917 da Abdul Jalil Karamatullah Sham, il successore del Sultano Idris. La moschea assomiglia ad
unattrazione Costeggiando il fiume Perak sono tornato verso
la stazione dei bus, molte persone passeggiano e cè chi pesca o fa ginnastica,
vicino allimbarcadero ci sono ristorantini e bancarelle allaperto. Il sole sta
tramontando e tutto si colora di rosso, è una situazione idilliaca da giardino
dellEden ed io sto bene. Kuala Kangsar è stato il posto che mi ha affascinato di
più. A tarda sera sono tornato ad Ipoh, non ci sono negozi aperti, sembra di passeggiare
in una città fantasma e non mi piace muovermi da solo in questo deserto: sono entrato
nellunico ristorantino aperto e ho ordinato Alle sei d mattina siamo
arrivati in frontiera, cerano già tanti autobus provenenti dalla Malaysia e da
Singapore e mi sono messo in fila al controllo passaporti, i bus tenevano in funzione il
motore e ammorbavano laria, fuori era ancora notte fonda. A Hat Yai ho preso un
minibus per Ko Samui e nel tardo pomeriggio sono arrivato sullisola.
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