Non ero venuto fino a qui per visitare il centro commerciale,
![]() Laspetto culinario dellisola di Penang è uno dei punti di forza del soggiorno, molti mi avevano parlato della bontà della cucina dellisola, mentre i commenti sulle sue bellezze erano discordi. Per tanti, la visita rappresentava una bella esperienza, ma per i più era una delusione ed il ricordo di un luogo privo didentità. Questo deriva dalle attese che uno ha, se sono troppo entusiastiche spesso occorre ricredersi. Io stavo nel mezzo, ero curioso di vedere Georgetown ed ero un po prevenuto, ma forse per questo motivo, ho trovato quello che mi aspettavo. Mi ha affascinato la Georgetown coloniale, quella parte della città non ancora stravolta dai grattacieli in vetro ed acciaio, con i piccoli vicoli dove si svolge la tranquilla vita di tutti i giorni, i templi taoisti nascosti tra le case, le piccole stradine piene di negozietti gestiti da cinesi ed indiani ed i cuochi in ciabatte e canottiera che preparano i noodles sui marciapiedi. La mattina successiva
ho preso il bus per raggiungere In unora sono arrivato al tempio che si trova a sud di Georgetown, vicino allaeroporto, appena fuori la cittadina di Bayan Lepas. Il paesaggio non è esaltante, osservo gli sforzi fatti per raggiungere il benessere: le villette, i condomini a misura duomo ma anche gli enormi casermoni alveare, noto anche lassenza di quartieri ghetto, tipici di tante città non solo asiatiche. Di fronte a queste bianche costruzioni rese accecanti dalla luce del sole, mi chiedevo quale prezzo avessero pagato i malesi, abituati da secoli alla vita tranquilla dei kampong (villaggi) per avere stravolto abitudini e modi di vivere: queste idee mi frullano in testa ancora una volta, per lidea di un Oriente arcaico, in stridente contrasto con questOriente moderno e sviluppato. Ho fatto colazione con noodles e caffè freddo (coffee ice come dicono qui), nessuno pasteggia con acqua, tutti si dissetano con succhi di frutta, caffè o con una specie di cappuccino ghiacciato: sono tutte fantastiche e rinfrescanti, ma berle quando si mangiano cibi speziati non è proprio il massimo! Il Tempio dei
Serpenti fu costruito nel 1850 in onore di un monaco buddista, un famoso guaritore
chiamato Sono tornato a Georgetown ed ho preso il bus per andare al Tempio di Kek Lok Si (Tempio del Paradiso) che si trova vicino ad Air Itam. Questo è il più grande insediamento buddista della Malesia, la sua costruzione (iniziata nel 1890 è terminata dopo venti anni) fu voluta da Below Lean, un buddista cinese che giunse qui dalla provincia del Fukien. Il complesso si trova appollaiato su una collina, ci sono pagode e padiglioni con i tetti arancioni in stile cinese, da lontano si nota lenorme statua dorata di Kuan Yin e unalta torre a forma di pagoda, chiamata Pagoda dei diecimila Buddha, famosa per i suoi tre stili architettonici: la base è cinese, la parte centrale thailandese e il tetto in stile birmano. Il tempio è diviso in tre parti per onorare Kuan Yin (la Dea della misericordia), Bee Lay Hood (il Buddha ridente) e Guatama Buddha (il fondatore della fede); per arrivare al tempio occorre percorrere un mercato coperto che sinsinua per stradine strette che si inerpicano su per la collina. Più che un luogo sacro sembra un
bazar dove si vende di tutto: unguenti, oggetti portafortuna cinesi, Buddha di plastica,
monili mussulmani, jeans, magliette e cibo. In occasione del nuovo anno Il tempio è
unorgia di colori che stupisce e stordisce, ogni spazio è addobbato con lanterne in
carta di riso gialle e rosse, ovunque emergono pagode, torri, padiglioni: per
limpatto cromatico e le forme architettoniche fiabesche, sembra di essere in un
parco giochi e guardi tutto come se possedessi gli occhi di un bambino. Lunico
sconcerto è che ti trovi in Malaysia, un Paese a maggioranza mussulmana, che non è certo
la culla del Buddismo. Il tempio inferiore è un complesso quadrato con allinterno
statue dorate del Buddha, alle pareti la sua figura è scolpita o disegnata in modo
ripetitivo e sempre uguale, ovunque volgi lo sguardo vedi il Buddha nelle sue molteplici
posizioni o vedi scene della sua vita. Si prosegue camminando tra archi di pietra che
collegano i vari padiglioni, anche qui è un trionfo di sue raffigurazioni: ora seduto tra
i fiori, ora in piedi, ora nel centro di una fontana, nella cui acqua nuotano carpe
multicolori; nellaria gli altoparlanti diffondono musica sacra che ricorda la
New Age. Sono arrivato Con il bus sono andato alla collina di Penang (Penang Hill), da dove parte la funicolare (inaugurata nel 1923) che porta alla vetta e che con i suoi 830 metri sovrasta la città. Cè molta gente, la maggior parte delle donne mussulmane indossa ampi vestiti colorati o con fantasie dai colori accesi, le più integraliste portano un velo di colore bianco o nero attorno al viso, alcune sono leggermente truccate e cè chi usa il rossetto. Le altre, soprattutto quelle dorigine cinese si vestono alloccidentale, con pantaloncini o gonne strette e magliette attillate che nesaltano le forme minute. Quelle dorigine indiana invece, si vestono anchesse in modo informale, sono di corporatura robusta e gli abiti non ne evidenziano le forme, le più anziane invece, indossano il sari (il tipico vestito indiano). Gli uomini (a parte gli indiani e i mussulmani che indossano larghe camicie e pantaloni con ampi sbuffi) si vestono tutti allo stesso modo, non li riconosci dai vestiti, ma dai visi che rappresentano marchi indelebili.
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