Bangkok - Festa di Songkran Sono arrivato in
una Bangkok irriconoscibile, Songkran significa cambiamento e rappresenta la conclusione del passaggio del sole allinterno del sistema solare. Quando il sole termina di passare in ognuna delle costellazioni dello zodiaco, incomincia il nuovo anno. Il capodanno cade, per comodità, il 13 aprile dogni anno, la data è fittizia e non sarebbe mai la stessa, perché Songkran andrebbe festeggiato il primo giorno di luna crescente del quinto mese del calendario lunare. In questo periodo il sole entra nella costellazione dellariete, è equidistante dalla terra e durante il giorno, le ore di luce e di buio sono identiche. Questa è loccasione per festeggiare Mahasongkran, ossia linizio del nuovo anno. Ogni ciclo è composto da dodici anni, ad ognuno dei quali corrispondono dodici animali. Si crede che il nuovo anno cominci con la Dea Songkran a cavallo dellanimale che caratterizzerà lanno nuovo: topo, mucca, coniglio, serpente, cobra, drago, cavallo, scimmia, gallo, cane, maiale e capra. La festa ha
principalmente un significato religioso, ma questo è stato in parte sostituito da quello
godereccio e pagano. Le famiglie si riuniscono (come a Natale da noi) e per chi se lo può
permettere, il periodo è propizio per Secondo la tradizione, la festa andrebbe preparata e vissuta così: prima dellarrivo del nuovo anno bisognerebbe pulire la casa e buttare via le cose vecchie (cè la credenza religiosa che, se venissero conservate, porterebbero sfortuna), occorrerebbe adornare con ghirlande di gelsomino laltare dedicato agli antenati e acquistare un vestito nuovo da indossare il giorno di Songkran, in occasione della visita al tempio. Dopo la conclusione della cerimonia religiosa, bisognerebbe prendere dallacquasantiera un po dacqua benedetta e profumata, per rendere omaggio ai monaci, bagnando le loro mani e aspergendo dacqua le statue del Buddha. Occorrerebbe anche costruire stupa di sabbia, decorati con fiori e bandiere colorate nei pressi dei templi. Questo, per ovviare ad unantica credenza, che afferma che quando le persone abbandonano i templi, portano via, inavvertitamente, particelle di sabbia dal pavimento del tempio, che si attaccano alla suola delle scarpe e dei sandali. La costruzione di questi stupa, è vista come un modo per riportare la sabbia perduta e di santificare e lodare il Buddha. Dopo la sosta al tempio occorrerebbe fare visita ai parenti, scambiare regali e cospargere dacqua profumata mani e spalle: questi riti sarebbero di buon auspicio per il nuovo anno. Unaltra tradizione è di
liberare gli uccellini e i pesci dalle gabbie e dalle vasche. Questusanza è nata
tra i contadini delle pianure centrali della Thailandia. Durante la stagione delle piogge, Sul Bangkok Post e sul Nation, i due giornali in inglese più letti, cerano aspre polemiche sul modo di festeggiare Songkran e sul netto declino del significato religioso che si stava sempre più perdendo. Negli articoli, si ricordava che ormai poche persone facevano allalba le tradizionali offerte ai monaci e si recavano ai templi per pregare. Anche la millenaria tradizione di riverire gli anziani, in cambio della loro benedizione, andava scomparendo. Ormai Songkran era una festa votata al divertimento e alle battaglie acquatiche che si svolgevano per le strade. Il governo aveva elaborato un decalogo sul comportamento da tenere in questi giorni e aveva consigliato alle donne come vestirsi. Erano sotto accusa le magliette aderenti e i pantaloncini, che una volta bagnati, potevano offrire sconvenienti trasparenze ed essere sessualmente provocanti (si parlava dabbigliamento spaghetti strap). Il ministro della cultura invitava ad indossare camicie, sarong e il sua morhom, il vestito tradizionale tipico della Thailandia del nord. Questabbigliamento castigato, doveva anche scoraggiare le molestie sessuali, che si registrano durante i giorni della festa. Come Ponzo Pilato, il Primo Ministro Thaksin Shinawatra ha commentato: Se la gente non è daccordo, si vesta come meglio creda, ma si ricordi che lo farà a proprio rischio e pericolo!. Molte persone si chiedevano se questi consigli erano leciti, si affermava che ognuno doveva essere libero dindossare ciò che voleva, inoltre, per gli adolescenti, questi divieti, erano visti come un invito ad indossare proprio capi di vestiario proibiti. La gente pensava che il governo si doveva concentrare sugli
incidenti mortali che avvengono durante i festeggiamenti: questo è il lato più tragico
del capodanno Felice, per avere tentato di capire lo spirito di Songkran, mi sono diretto verso il centro di Bangkok, per assistere alla grande processione del Phra Buddha Sihing, una statua molto venerata che è portata in processione lungo le strade del quartiere di Banglamphu, per poi essere sistemata su un mandapa al Sanam Luang, un grande spiazzo, dietro il palazzo reale, dove i cittadini di Bangkok le renderanno omaggio per tre giorni. Dal finestrino dellautobus guardavo con preoccupazione le tante persone armate con pistole e fucili ad acqua, bottiglie, secchi, catini, scodelle, mestoli e tazze con le quali bagnavano i passanti. Bisognerebbe sorridere di fronte a queste abluzioni obbligatorie e rispondere ai bagni fuori programma con un Felice Songkran o con un Felice Anno Nuovo, ma non sapevo fino a quando ci sarei riuscito, senza spazientirmi. Riconoscevo che era inconcepibile cercare di evitare un bagno fuori programma, tirare acqua nel periodo di Songkran ha un valore di amicizia ed un rifiuto poteva essere male interpretato. Mi sono messo alla ricerca della processione,
ma ho trovato solo ragazzi dediti a battagli acquatiche, i più erano appostati sui
marciapiedi ed aspettavano altri pedoni Per le strade cera tanta confusione, fino ad ora, avevo ricevuto solo qualche timido spruzzo, mi stupivo e rallegravo per essere stato risparmiato dalle docce indesiderate e sotto sotto, pensavo daverla farla franca. Poi, contagiato dallatmosfera festaiola, ho accettato linvito a salire su un furgone, ero entusiasta, nel vedere la festa da unaltra prospettiva, ma da questo momento, poiché ero anche un farang (straniero), sono stato il bersaglio preferito sia degli occupanti degli altri furgoni che dei pedoni. Il traffico era congestionato, si procedeva a passo duomo e le battaglie tra gli occupanti dei furgoni ed i pedoni impazzavano. Sono resistito a bordo solo un qualche centinaio di metri, poi ho continuato a piedi: talvolta lacqua era ghiacciata ed i più subdoli te la infilavano nella maglietta, giù per la schiena. Ero tutto fradicio, poi hanno iniziato a cospargermi con il talco che rimaneva impregnato nei vestiti. Quando sono arrivato a Khao San Road, la zona principale per le tenzoni
acquatiche, per loccasione trasformata in zona pedonale, non si riusciva quasi più
a camminare, talmente tanta era la gente. Gli spruzzi arrivavano da ogni dove, ero Tutti erano fradici e zuppi dacqua, alcuni avevano facce e vestiti completamente imbiancati dal talco che li faceva assomigliare a zombie, molti si erano dipinti i capelli di rosso o di giallo ed erano a torso nudo e le ragazze con le magliette bagnate, mostravano le loro grazie sotto i vestiti aderenti. Tutti pensavano a divertirsi ed a battagliare, ciò mi dava lidea di una gran festa popolare, senza nulla di malizioso, dove quelli che si divertivano maggiormente erano gli adolescenti. Mi divertivo a guardare quello che succedeva attorno, senza però riuscire ad esserne del tutto coinvolto, perché Songkran non apparteneva al mio bagaglio culturale. Ogni tanto mi fermavo alle bancarelle che vendevano frutta, spiedini e spaghetti di riso, sia per assaggiare qualche cosa di nuovo, sia per posticipare i continui scrosci acquatici. Intrappolato in Khao San Road, non sono riuscito a raggiungere la processione, sono così
andato al Sanam Luang per vedere la statua del Phra Buddha Sihing che ormai era già stata
issata sul mandapa. I fedeli facevano la fila per rendergli omaggio: ho comprato anche io,
come tutti, Ormai si stava facendo sera, i tetti dorati del palazzo reale risplendevano nella luce del tramonto e nel cielo di Bangkok volavano centinaia d’aquiloni gli uni a fianco agli altri, questo era uno spettacolo emozionante, altro che le battaglie acquatiche! Gli alberi erano addobbati con lampadine colorate e ricordavano il Natale, attorno c’erano palchi dove si esibivano cantanti e si rappresentavano danze e commedie nei costumi tradizionali. Intere famiglie e coppie di innamorati, erano sedute sulle stuoie a godersi gli spettacoli e mangiavano il cibo acquistato dalle bancarelle o portato da casa. Era un’enorme cena comunitaria. Ancora
inzuppato e tutto appiccicaticcio ho abbandonato la zona più festaiola per tornare verso
lalbergo. Mi sono guardato allo specchio: avevo la polvere di talco fin dentro le
orecchie, lo zaino e i soldi erano fradici, come tutto quello che indossavo. Ho cercato di
smacchiare gli indumenti: fregavo, fregavo, ma le macchie di talco faticavano a scomparire
e si spandevano sui vestiti. Come in un rewind
ho ripensato a questa giornata: mi ritenevo soddisfatto per lesperienza bizzarra e
fuori del comune e pensavo ai giorni successivi, forzatamente obbligato nel mal sopportare
ulteriori battaglie acquatiche, nel dovere abbozzare mezzi sorrisi e nel dovere ricambiare
alle docce fuori programma con un poco cordiale Felice anno nuovo pronunciato
Isola di Ko Samui - Black Moon Party Verso l’una di notte sono andato alla “spiaggia segreta” di Rocky Bay, il luogo dove si tiene il Black Moon Party, una festa Techno che cerca di emulare il Full Moon Party di Ko Pangan. Qui si festeggia la luna nera, non la luna piena. Arrivare in scooter non è stato semplice perché la strada era sterrata, con tanta polvere e molti dossi. I thai sono arrivati in moto, mentre la maggior parte del popolo farang era arrivata con i songtow, grossi “pik up” adibiti a taxi collettivi. Rocky Bay era una piccola baia con una spiaggia di sabbia bianca, con al centro un tendone e posti di ristoro che vendevano acqua e birra. Non c’era biglietto d’entrata, ma gli organizzatori si sarebbero rifatti con le consumazioni, dazio obbligatorio, perché i corpi assetati di liquidi e musica si sarebbero scatenati tutta la notte. Molti ballavano, molti erano seduti sulla spiaggia a guardare le stelle, a scambiarsi effusioni o erano persi per quello che avevano ingurgitato. Dinnanzi a me avevo un gran supermercato dove potevo fare shopping e trovare di tutto: ecstasy, amminoacidi, fumo. La musica era tremendamente alta da spaccare i timpani e l’atmosfera era coinvolgente al massimo. C’era un buio quasi totale, a parte qualche luce psichedelica viola e dei coni arancione fluorescenti in riva al mare. La promiscuità del posto, il buio, la spiaggia e i corpi avvinghiati erano una figata pazzesca. A scatenarsi erano soprattutto le ragazze. Si contorcevano, ridevano come pazze, enormi stille di sudore colavano dalle fronti luccicanti. L’ambiente era un crogiolo di razze: tanti europei, soprattutto tedeschi, inglesi, israeliani e thai. La musica mi piaceva e mi muovevo al ritmo della trance: i miei amici si sono concessi subito un aiuto sintetico, pillole di “Ya ba” che significa “la droga che fa impazzire”, ossia l’ecstasy Thai, per me invece solo un integratore, il Lipovitan e tanta acqua. Ballavo trasportato dalla musica e bevevo: avrò bevuto almeno cinque litri d’acqua e penso di non averne mai bevuta così tanta, tutta in una notte. Tutti ballavano in modo quasi isterico, bevevano e a fumavano, io ero sobrio e il mio corpo era percorso da un’irrefrenabile voglia di movimento. Ogni tanto, qualche festaiolo si dirigeva verso la spiaggia a svernare, vomitare o a godersi il proprio viaggio artificiale. Nei loro occhi vedevo il vuoto e osservavo il ritmico movimento dei corpi: era un movimento quasi telecomandato, perché il popolo della spiaggia era in trance. Chi si era servito di un aiutino per ballare tutta la notte, cedeva e abbandonava il campo di battaglia, io invece rimanevo lucido e pieno d’energie. Tutto questo power derivava dal fatto che volevo dimostrare a me stesso ed ai miei amici che per ballare e divertirsi, non era necessario fare uso d’eccitanti. Il momento più emozionante è stato quando ha iniziato ad albeggiare, il vedere a poco a poco il sole che nasceva, il passaggio dal buio completo alla luce. Vedere il sole mi ha dato ancora più energia, dentro di me provavo sensazioni di una positività assoluta. Quando il sole ha illuminato la spiaggia, le ombre della notte si sono materializzate, così ho visto le facce dei miei compagni di party. Ho continuato a ballare fino alle otto di mattina, quando ormai il sole era alto in cielo e faceva un caldo tremendo. Ora non avevo più bisogno di bere, ma di rinfrescare la testa. La maglietta e i calzoni erano bagnati d’acqua e sudore, ma l’energia non accennava a diminuire. Anche dopo la festa l’adrenalina non mi ha abbandonato e questo techno power mi ha accompagnato per tutta la giornata.
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